mercoledì 3 settembre 2008

La privazione della libertà


Chi mi conosce sa bene che non sono il tipo che si abbandona a violenza gratuita o a vandalismi vari, sostenere la mia squadra è per me seguirla sempre e comunque, vuol dire tornare a casa sempre senza voce, è gridare il suo nome e l'orgoglio che porto dentro, ma non vuol dire devastare una stazione ferroviaria!
Questa è una doverosa introduzione ad un argomento a me particolarmente caro, essendo, assiduo frequentatore di due curve. Vorrei aprire una parentesi extraimperiese e riguardante il mondo ultras in genere (Kama se vuoi prendi spunto x il tuo blog) per condannare fermamente il divieto imposto ad alcune tifoserie di seguire in trasferta la loro squadra. Una questione davvero spinosa e troppo spesso strumentalizzata dai media, come in questi giorni a seguito dei fatti che hanno visto protagonisti gli Ultras del Napoli (ripeto la ferma condanna verso una violenza fatta di solo vandalismo e totalmente gratuita), ma la risposta dello stato non può essere questa!
Non si può vietare ad una persona di essere in un luogo in un certo momento (riprendo quanto sostenuto prima del derby di ritorno con la Sanremese, a seguito della notizia del divieto di seguire la squadra per noi tifosi nerazzurri)... Dove è finita la libertà? Perchè io che sono una persona che ama la sua squadra e la sua città non posso esserci, chi me lo dice, chi può farmi diventare un cittadino di serie B, uno che non ha alcuni diritti, chi me lo impone?!!!
Me lo impongono logiche assurde e tesi denigratorie cancellare un calcio che davvero non c'è più, me lo impone il desiderio di trasformare gli stadi in tanti teatri (vuoti) con le curve a costi esorbitanti, la gente muta e seduta... E' solo l'ennesima dimostrazione di come non siamo tutti uguali!
Non capiscono questi signorotti che vogliono fare il bello e il cattivo tempo i risvolti sociali del calcio, la componente popolare, la valenza che questo ha per milioni di italiani, l'insieme di valori che tiene unita una tifoseria e nella loro ignoranza scelgono la via della repressione.

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